Ernest Lesigne

I due socialismi

(1887)

 



Nota

Uno degli articoli più noti, pubblicato sul giornale Le Radical nella serie delle Lettere Socialiste.

 


 

Ci sono due Socialismi.
L’uno comunista, l’altro mutualista
L’uno dittatoriale, l’altro libertario
L’uno metafisico, l’altro positivo
L’uno dogmatico, l’altro scientifico
L’uno emotivo, l’altro riflessivo
L’uno distruttivo, l’altro costruttivo

Entrambi si prefiggono il massimo benessere per tutti
L’uno si propone di conquistare la felicità per tutti, l’altro di permettere a ciascuno di essere felice a modo suo
Il primo vede lo Stato come una società in sé e per sé, composta di una essenza speciale, il prodotto di una sorta di diritto divino al di fuori e al di sopra di tutta la società, con diritti suoi propri e capace di esigere una obbedienza perfetta; il secondo considera lo stato come una associazione alla pari di molte altre, gestita di solito peggio delle altre.

Il primo proclama la sovranità dello Stato; il secondo non riconosce alcun tipo di sovrano.
L’uno vorrebbe che tutti i monopoli fossero proprietà dello Stato; l’altro vorrebbe l’abolizione di tutti i monopoli.
L’uno vorrebbe che la classe subordinata diventasse classe di governo; l’altro vorrebbe la scomparsa di tutte le classi.

Entrambi dichiarano che l’attuale stato di cose non può durare.
Il primo considera la rivoluzione come l’agente indispensabile dell’evoluzione.
Il secondo insegna che solo la repressione trasforma l’evoluzione in rivoluzione.
Il primo ha fede in un cataclisma sociale.
Il secondo sa che il progresso sociale è il risultato del libero gioco degli sforzi individuali.

Entrambi capiscono che stiamo entrando in una nuova fase storica.
L’uno vorrebbe che non ci fossero che proletari.
L’altro vorrebbe che non ci fossero più proletari.
Il primo vorrebbe prendere tutto da tutti.
Il secondo vorrebbe lasciare ognuno in possesso del suo.
L’uno vorrebbe espropriare tutti.
L’altro vorrebbe che tutti fossero proprietari.

L’uno afferma: “Agisci come vuole il governo”.
L’altro dice: “Fai come vuoi tu”.
L’uno minaccia di usare provvedimenti dispotici.
L’altro promette la libertà.
L’uno rende i cittadini soggetti allo Stato.
L’altro rende lo Stato un impiegato dei cittadini.

L’uno proclama che delle pene saranno necessarie per la nascita di un nuovo mondo.
L’altro dichiara che il vero progresso non causerà sofferenze per alcuno.
Il primo ripone la sua fiducia nella guerra sociale.
L’altro crede solo nelle attività di pace.
L’uno aspira a dirigere, regolare, legiferare.
L’altro vorrebbe che ci fosse il minimo di direttive, regole, leggi.
L’uno scatenerebbe la più atroce delle reazioni.
L’altro aprirebbe orizzonti illimitati di progresso.

L’uno fallirà; l’altro avrà successo.

Entrambi desiderano l’uguaglianza,
L’uno abbassando le teste che sono arrivate troppo in alto.
L’altro innalzando le teste che sono rimaste troppo in basso.
L’uno vede l’eguaglianza come un giogo comune.
L’altro vuole ottenere l’eguaglianza in presenza di una piena libertà.
L’uno è intollerante, l’altro tollerante.
L’uno spaventa, l’altro rassicura.

Il primo vorrebbe dare l’istruzione a tutti.
L’altro vorrebbe consentire a tutti di istruirsi autonomamente.
Il primo vorrebbe mantenere tutti.
Il secondo vorrebbe che tutti avessero l’opportunità di mantenersi da soli.

L’uno dice:
La terra allo Stato.
Le miniere allo Stato.
I macchinari allo Stato.
La produzione allo Stato.

L’altro dice:
La terra agli agricoltori.
La miniera ai minatori
I macchinari ai lavoratori.
La produzione ai produttori.

Ci sono solo questi due Socialismi.
L’uno rappresenta l’infanzia del Socialismo; l’altro la sua età matura.
L’uno è già il passato; l’altro è il futuro.
L’uno cederà il posto all’altro.

Adesso ognuno di noi deve fare la sua scelta per l’uno o l’altro di questi due Socialismi, oppure riconoscere apertamente di non essere Socialista.

 


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