Mohandas K. Gandhi

Scritti

(1921-1947)

 



Nota

Questi sono alcuni passaggi presi da una raccolta di brani scelti di Gandhi, promossa dall'Unesco nel 1956, per commemorare la sua vita e il suo pensiero. L'edizione italiana comparve nel 1963 presso le Edizioni di Comunità sotto il titolo Antiche come le montagne.

 


 

Sulla nonviolenza

"La mia fede nella nonviolenza è una forza estremamente attiva. Non lascia posto alla viltà e neppure alla debolezza. Vi è speranza che il violento diventi un giorno nonviolento,  ma per il vile non ve n'è alcuna. Perciò ho detto più volte  che se non sappiamo difendere noi stessi, le nostre donne e i nostri luoghi di culto con la forza della sofferenza, vale a dire con la nonviolenza, dobbiamo almeno, se siamo uomini, essere capaci di difendere tutto questo combattendo."

"Rischierei mille volte la violenza piuttosto che la distruzione di tutto un popolo."

"La mia nonviolenza non ammette che si fugga dal pericolo e si lascino i propri cari privi di protezione. Tra la violenza e una fuga vile, posso soltanto preferire la violenza alla viltà. Non posso predicare la nonviolenza ad un codardo più di quanto non possa indurre un cieco a godere di visioni piacevoli. La nonviolenza è il culmine del coraggio. E nella mia esperienza non ho incontrato difficoltà a dimostrare a uomini allevati alla scuola della violenza la superiorità della nonviolenza. Codardo quale fui per anni, albergavo la violenza. Cominciai ad apprezzare la nonviolenza quando cominciai a liberarmi della viltà."

"Non conoscendo la sostanza di cui è fatta la nonviolenza, molti hanno onestamente creduto che fuggire sempre dal pericolo fosse una virtù paragonabile a quella di opporre resistenza, soprattutto quando questa comportasse pericolo per la vita. Come insegnante di nonviolenza devo, per quanto mi è possibile, mettere in guardia da una credenza così meschina.

"La forza non viene dal vigore fisico. Viene da una volontà indomabile."

 

Sull'assistenzialismo e sullo sfruttamento

"Il principio della nonviolenza esige la più completa astensione da qualsiasi forma di sfruttamento."

"La mia ahimsa (nonviolenza) non tollererebbe di offrire un pasto gratuito ad una persona sana che non abbia lavorato in modo onesto per ottenerlo e, se ne avessi il potere, farei cessare ogni sadavrata (elemosina) in cui si distribuiscono pasti gratuiti. Il sadavrata ha degradato la nazione e ha incoraggiato la pigrizia, l'ozio, l'ipocrisia e perfino il delitto."

"Non posso raffigurarmi un'epoca in cui nessuno sarà più ricco di un altro. Ma mi raffiguro un'epoca in cui i ricchi disdegneranno di arricchirsi a spese dei poveri e i poveri cesseranno di invidiare i ricchi."

"Ogni sfruttamento è basato sulla collaborazione, volontaria o forzata, dello sfruttato. Per quanto ci possa ripugnare ammetterlo, rimane il fatto che non vi sarebbe sfruttamento se la gente rifiutasse di ubbidire allo sfruttatore. Ma ecco intervenire l'interesse e noi abbracciamo le catene che ci legano." 

 

Sul potere statale

"Se la vita nazionale diventa così perfetta da governarsi da sé, non occorre più nessuna rappresentanza. Si ha allora una condizione di illuminata anarchia.  In tal caso ciascuno è governante di sé stesso e si governa in modo da non molestare mai il vicino. Perciò, nello Stato ideale non vi è potere politico perché non vi è Stato."

"Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola d'oro della nostra condotta è la tolleranza reciproca."

"Considero un aumento di potere dello Stato con il massimo timore perché, pur essendo in apparenza portatore di bene in quanto limita lo sfruttamento,  reca il massimo danno all'umanità distruggendo l'individualità che sta alla radice di ogni progresso."

"Lo Stato rappresenta la violenza in forma concentrata e organizzata. L'individuo ha un'anima ma lo Stato, essendo una macchina senz'anima, non potrà mai rinunciare alla violenza alla quale deve la propria esistenza."

 

Libertà e autogoverno

"Autogoverno significa uno sforzo continuo per restare indipendenti dal controllo del governo, sia esso straniero o nazionale."

"Dobbiamo essere contenti di morire se non possiamo vivere come uomini o donne libere."

"È mia ferma convinzione che si perde la libertà soltanto per colpa della propria debolezza."

"La libertà esteriore che conquisteremo sarà esattamente proporzionale alla libertà interiore alla quale potremo esserci elevati in un dato momento. E se questa visione della libertà è esatta dobbiamo concentrare la massima energia nel riformarci dal di dentro."

"Il vero democratico è colui che difende con mezzi puramente nonviolenti la sua libertà e perciò quella del suo paese e in definitiva quella dell'intera umanità."

 

La democrazia maggioritaria

"La regola della maggioranza ha una applicazione ristretta, cioè si dovrebbe cedere alla maggioranza in questioni minute. Ma rimettersi alla maggioranza quali che siano le sue decisioni è schiavitù."

"Nelle questioni di coscienza la legge della maggioranza non c'entra."

 

La disubbidienza civile

"La perfetta disubbidienza civile è una ribellione priva di violenza. Un perfetto oppositore civile ignora semplicemente l'autorità dello Stato. Diventa un fuorilegge che afferma di disprezzare qualsiasi legge di uno Stato immorale. Così, per esempio, può rifiutare di pagare le tasse, può rifiutare di riconoscere l'autorità nella sua vita quotidiana."

"La sottomissione alla legge dello Stato è il prezzo che il cittadino paga con la propria libertà personale. Perciò la sottomissione a una legge di Stato totalmente o in parte ingiusta è un baratto immorale con la libertà."

"La resistenza civile è la più potente espressione dell'angoscia di un'anima e un'eloquente protesta contro il perdurare di uno Stato malvagio."

"La mia opera sarà compiuta se riuscirò a convincere l'umanità che ogni uomo o donna, per quanto fisicamente debole, è il difensore della propria libertà e del rispetto di sé. Questa difesa è valida anche se tutto il mondo si schierasse contro il singolo resistente."

 


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