Michael S. Rozeff

Per la Panarchia

(2008)

 



Nota

Assieme agli scritti di John Zube, questo rappresenta uno dei migliori saggi brevi sul tema della Panarchia. In esso si presentano in maniera molto chiara le ragioni morali e logiche della Panarchia, una teoria di convivenza sociale che dovrebbe essere sostenuta da tutti coloro che si dichiarano a favore delle varie comunità di individui, e cioè di tutti coloro che sono per la Libertà, la Sicurezza e il Benessere di ogni singolo essere umano a qualunque gruppo esso appartenga.

Michael S. Rozeff è un Professore di Scienza delle Finanze attualmente in pensione. Vive a East Amherst, New York.

 


 

I Governi non hanno quelli che io definisco diritti primari o originari. Solo le persone, prese individualmente, hanno tali diritti. Come affermato da Thomas Jefferson nella Dichiarazione di Indipendenza:

"Consideriamo del tutto evidenti queste verità, che tutti gli esseri umani vengono al mondo su un piano di uguaglianza, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, e che tra questi diritti vi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità."

Nella concezione di Jefferson, le Persone posseggono Diritti inalienabili, alla Vita, alla Libertà e alla ricerca della Felicità. Se un Governo ha quelli che appaiono come diritti, questi sono poteri concessi a quel Governo attraverso un accordo volontario di coloro che scelgono di associarsi a tale Governo. Definisco come diritti secondari questi diritti derivati o poteri. I Governi non hanno diritti primari ma solo diritti secondari.

Jefferson affermò inoltre:

" - Che allo scopo di garantire questi diritti, sono istituiti tra gli Esseri Umani i Governi, i quali derivano i loro poteri legittimi dal consenso dei governati...,"

Da questa affermazione si ricava che i Governi hanno solo diritti secondari (o poteri legittimi) e non diritti primari; e questi diritti secondari derivano dall'assenso volontario delle persone che sono governate, dal "consenso dei governati."

Jefferson intese o propose che tale consenso a formare un Governo aveva lo scopo di rendere sicuri i diritti primari. I fini per i quali gli esseri umani scelgono i Governi sono in realtà numerosi e complessi, quali ad esempio garantire la difesa comune e promuovere il Benessere generale. Comunque, in un successivo passaggio della Dichiarazione di Indipendenza, Jefferson mostra che il Governo acquisisce i suoi diritti secondari al fine di assicurare la Sicurezza e la Felicità delle persone. Ciò si riconcilia con l'idea di Jefferson che l'obiettivo generale è quello di assicurare i diritti se ci rendiamo conto che in questo modo egli pensava si potesse raggiungere la Sicurezza e la Felicità.

Esistono probabilmente parecchi motivi per i quali Jefferson pose l'accento sul garantire i diritti. Uno era che l'intento della Dichiarazione consisteva nel conquistare l'Indipendenza da una autorità che stava violando i diritti. Jefferson intendeva anche limitare i poteri dei Governi. Egli voleva che i Governi garantissero i diritti di coloro che erano governati. Credeva che tale fosse il loro scopo legittimo. Considerava il fatto di garantire i diritti come lo scopo principale dei Governi.

Qui però individuiamo due falle molto grosse nella teoria di Jefferson. Il modo in cui i Governati si associano per diventare un Popolo che è governato e come questo Popolo fornisca il suo assenso, sono fattori critici, ma la Dichiarazione non dice nulla su come essi debbano essere realizzati.

Jefferson apparentemente concepiva "i governati" come un corpo a sé stante in quanto egli si riferisce ad essi come "il Popolo" e parla dei "Diritti del Popolo":

" - E tutte le volte che una qualsiasi forma di Governo diventa distruttiva di tali fini, è Diritto del Popolo modificarla o abolirla, e istituire un nuovo Governo, ponendo le sue fondamenta su tali principi e organizzando i suoi poteri in una forma tale che essi appaiano condurre con la massima probabilità alla Sicurezza e Felicità del Popolo."

L'aspetto importante consiste qui nella nozione del Popolo che agisce come un Corpo unico. La Dichiarazione di Indipendenza afferma che "Noi" consideriamo del tutto evidenti queste verità. E termina con

"Noi, perciò, i Rappresentanti degli Stati Uniti d'America, riuniti in un Congresso Generale, facendo appello al Giudice Supremo della terra riguardo alla rettitudine delle nostre intenzioni, in Nome e sotto l'Autorità delle persone oneste di queste colonie, solennemente pubblichiamo e dichiariamo..."

Jefferson e gli altri concepivano un Congresso di Rappresentanti come la legittima voce del Popolo, e il loro diritto di parlare per il Popolo derivava dall'esserne i suoi Rappresentanti.

La Costituzione degli Stati Uniti d'America si collega a questo concetto dal momento che inizia con la frase "Noi il Popolo degli Stati Uniti..."

La nozione di "Noi il Popolo" nasconde una debolezza estremamente importante in questa teoria politica del Governo, che sarebbe altrimenti molto attraente nella sua affermazione dei diritti della persona e nella sua concezione dei diritti (o poteri) derivati di un Governo. La teoria lascia irrisolti due problemi. Il primo, come un gruppo composto da persone rette diventa un Popolo? Il secondo, come un Popolo esprime il suo consenso a un Governo?

Non dovrebbero forse logicamente i componenti del gruppo diventare un Popolo in modo tale da conservare i loro diritti primari? Non dovrebbero forse essi logicamente fornire il loro consenso ad un Governo pur mantenendo i loro diritti primari? A me pare proprio di sì. Altrimenti, le basi della teoria sono contraddette.

Inoltre, c'è un'altra mancanza importante nella teoria. Con il passaggio del tempo e con la nascita e sviluppo di nuove persone, in che modo esse esercitano i loro diritti di scegliere di quale Popolo fare parte e da quale Governo farsi rappresentare? Si ritiene che essi facciano automaticamente parte di un Popolo "soggetto" a un Governo solo per via del fatto che vivono nel territorio su cui quel Governo pretende una sovranità esclusiva? Non può essere così, perché se no si dovrebbe assumere che essi hanno effettuato delle scelte in base ai loro diritti, ma tali scelte non sono affatto evidenti. I nuovi venuti non compiono le scelte fondamentali riguardanti il Popolo di appartenenza e la forma di Governo che li rappresenta. Essi fanno semplicemente la scelta di chi è al Governo, e anche tale scelta è molto limitata. Il tipo di Governo, le sue numerose leggi, le sue tasse, il suo debito pubblico e i poteri che esso esercita sono di gran lunga al di fuori della sfera di decisioni dei nuovi venuti.

Questo mi conduce a fare una affermazione molto forte in materia di teoria politica: se i poteri o diritti secondari propri di un Governo derivano dal Popolo, allora il processo di formazione di quel Popolo soggetto a quel Governo deve essere in sintonia con il fatto che le persone posseggono tali diritti primari nel momento in cui essi formano quel Governo e si costituiscono come Popolo sotto quel Governo. In aggiunta a ciò, col passaggio del tempo, il processo di continua affermazione o non affermazione che si appartiene a un Popolo e che si sceglie un Governo deve anche fare i conti con i diritti primari dei nuovi venuti.

Se ogni persona ha i diritti alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità, e se ogni persona deve conservare questi diritti in maniera assoluta e integrale, allora ogni persona deve mantenere tali diritti in tutte le scelte. Ciò include le due scelte importanti a cui si faceva riferimento: A chi voglio associarmi come essere umano in modo da formare un Popolo? A quale Governo io come essere umano scelgo di fare riferimento?

In quanto applicazioni dei diritti primari di una persona, queste due scelte, del Popolo e del Governo, sono chiaramente estremamente importanti. Eppure nel corso della storia esse non sono state messe in primo piano. Esse non sono state articolate in maniera evidente. Sono state relegate nel retroscena, e forse non si trovano nemmeno lì. Sono state sepolte. Io ipotizzerei che la ragione di questa sepoltura e che esse rappresentano questioni esplosive. Esse sollevano problemi riguardo alla legittimità vera e ai poteri propri di qualsiasi Governo. I Governi e i loro simpatizzanti non vogliono mettere in discussione le basi del loro potere per cui essi faranno di tutto per ignorare simili problemi.

Si può immaginare che una persona risponda a queste questioni lasciando che la sua scelta sia sommersa dalle scelte di altri attraverso il meccanismo del voto, o affidando il potere di scegliere alla maggioranza, o a rappresentanti eletti. Questi meccanismi presumono già l'amalgama delle persone in un Popolo sotto un Governo e perciò non sono affatto necessari. Non sono l'unico modo per effettuare delle scelte. Come maniera di scegliere sono piuttosto deboli. Questi meccanismi procedurali non permettono alle persone, in maniera piena e sostanziale, di agire come esseri sovrani che scelgono il loro Popolo e il loro Governo, per il semplice fatto che i risultati delle scelte di ogni persona dipendono da quello che scelgono tutti gli altri. Immaginate di scegliere una religione (o di rifiutare qualsiasi religione) in base alla votazione della maggioranza. Questa non è affatto una scelta.

E poiché questo tipo di votazioni non sono necessarie come mezzi di scelta, e sono incapaci persino di riflettere quello che ognuno vuole, non possono essere ritenute misure giuste e appropriate. Procedure simili non possono essere giustificate in maniera scontata, eppure queste sono le procedure che i governi mettono in atto. E c'è un motivo perché ciò avvenga, ed il motivo è che queste procedure permettono di sottomettere le minoranze e di assicurare ad un unico Governo il monopolio del potere.

Ma se noi seguiamo la logica dei diritti personali e prendiamo le distanze dai vari miti inventati per legittimare il potere unico ed esclusivo dello Stato, se allontaniamo i nostri occhi da oratori e intellettuali stregoni che ci distraggono mentre mettono in atto i loro trucchi per farci accettare posizioni subordinate e prive di scelte, o scelte del tutto annacquate attraverso il voto, il dominio della maggioranza e il potere dei rappresentanti, allora possiamo renderci conto di tutto ciò. L'unico dato di cui possiamo essere sicuri che è essenziale quando una persona sceglie un Popolo ed un Governo, è che ad ogni singola persona spetti di fare le sue scelte, perché questa è la sola procedura che possa garantirgli il mantenimento dei suoi diritti primari.

Questa meta finale contiene il vero intuito e sbocco rivoluzionario del pensiero di Jefferson. In essa il suo pensiero è portato alla logica conclusione. E attraverso tale ragionamento, arriviamo alla teoria politica nota sotto il nome di Panarchia. L'affermazione di quei diritti che Jefferson ha indicato per ogni persona, assieme ad una coerente applicazione di tali diritti quando una persona sceglie un Popolo e un Governo, portano direttamente alla Panarchia. Essi sono la base della Panarchia.

John Zube definisce la Panarchia nel modo seguente:

"PANARCHIA: La realizzazione di un numero indefinito di comunità varie e autonome tante quante sono richieste in maniera volontaria direttamente dagli individui, tutte prive di monopolio territoriale e coesistenti l'una accanto all'altra e mescolate, come i loro membri, sullo stesso territorio o addirittura dappertutto nel mondo, e al tempo stesso separate l'una dall'altra da leggi, procedure amministrative e giuridiche personali, come lo sono o dovrebbero essere differenti chiese."

Nella Panarchia, allo stesso modo in cui le persone scelgono gli amici, un club, una sposa, e una chiesa, così essi scelgono una Comunità e un Governo. Gli individui non sono forzati a stare sotto un Governo o sotto Leggi che essi non hanno scelto, come avviene adesso. Nel caso della Panarchia non esiste più un Governo che comanda su un dato territorio e sulle persone che vi abitano come si verifica attualmente, e che possa prevenire che si formino altri Governi e altri Popoli attraverso l'esercizio dei loro diritti primari. Inoltre, la nozione che gli Stati e i Governi attuali siano legittimi è vista come del tutto erronea. Le basi stesse sono messe in discussione con una applicazione approfondita della idea di Jefferson dei diritti primari e secondari.

Davvero noi possiamo renderci conto in maniera ancora più chiara che i Governi attuali, che sono il braccio operativo degli Stati di questo mondo, i quali tutti pretendono di esercitare un potere monopolistico su un Popolo e su un Territorio, per via di questa pretesa violano i diritti primari di tutte quelle persone che preferiscono scegliere per sé stessi un altro Popolo e un altro Governo. È come se ognuno si svegliasse trovandosi iscritto alla Chiesa degli Stati Uniti d'America e il solo modo per cambiare chiesa sarebbe di votare di tanto in tanto assieme a molti altri. Il proprio diritto di scelta sarebbe notevolmente limitato. Allora non sarebbe molto meglio che ognuno scegliesse semplicemente per sé a quale chiesa vuole appartenere? Non sarebbe questo un modo più diretto per esprimere le proprie preferenze? Ogni individuo potrebbe in qualsiasi momento abbandonare una chiesa e unirsi ad un'altra. La Panarchia consiste proprio in questa idea applicata al Governo.

Le scelte Panarchiche possono includere di non far parte di alcun Popolo e di alcun Governo, o di associarsi a un piccolo gruppo o comunità, o di scegliere quello che ad altri può apparire come un Governo oppressivo dotato di molti e vasti poteri sui suoi membri. E dal momento che gli attuali Governi, che sono gli strumenti operativi degli Stati del mondo, violano i diritti primari e quei diritti (sulla base del pensiero di Jefferson) sono i mezzi attraverso i quali le persone perseguono il Benessere, la Sicurezza e la Felicità, allora possiamo essere certi che i Governi attuali riducono il Benessere, la Sicurezza e la Felicità, di un gran numero di persone che non vogliono assolutamente associarsi con tali Governi. Le persone sotto tali Governi non sono affatto così concordi ed entusiaste nell'appoggiarli. Infatti, i popoli di questo mondo (e cioè un gran numero di individui) non vedono l'ora di liberarsi dal dominio autoritario della maggior parte, se non di tutti i Governi. Essi non hanno ancora trovato i mezzi per conseguire tale obiettivo. La teoria della Panarchia è un passo in tale direzione, e mano a mano che le persone afferrano questa teoria e si rendono conto dei suoi vantaggi intrinseci e del perché la Panarchia promuove il Benessere degli individui, allora tutti si muoveranno in quella direzione.

Possiamo essere certi che con la realizzazione della Panarchia, il Benessere, la Sicurezza e la Felicità delle persone si svilupperanno, perché le persone possono formare e sciogliere Popoli e Governi in maniera pacifica, senza spargimenti di sangue. E arriviamo a tale conclusione seguendo la stessa logica che sottostà alla Dichiarazione di Indipendenza, secondo la quale diritti sicuri producono una maggiore felicità, solo che tale logica è adesso attuata in maniera coerente attraverso lo sviluppo della teoria della Panarchia.

Nella Panarchia, coloro che scelgono di avere un Governo come quello attuale degli Stati Uniti possono realizzare la loro scelta. Ma quel tipo di Governo esisterà accanto a molti altri possibili Popoli e Governi nel territorio ora noto come Stati Uniti, e quel Governo non avrà diritti secondari (o poteri) sopra altri Popoli e altri Governi che esisteranno sullo stesso territorio.

Dal momento che le persone possono scegliere un Governo, esse possono scegliere anche di abbandonare un Governo. Qualsiasi Governo essi scelgano, gli individui devono solo conservare questa opzione di uscita. A dire il vero le persone non possono mettere da parte tale possibilità. Esse non possono volontariamente rinunciare alla realizzazione della loro volontà. Una persona potrebbe aderire ad un certo Governo con un certo programma, ma non c'è nessun obbligo di una adesione permanente in quanto non si può rinunciare alla possibilità di cambiare idea e quindi alla volontà di modifica delle scelte. Il Governo non può contare su una adesione a tempo illimitato perché non ha l'esclusiva della volontà di quella persona. Perciò, la possibilità di perdita del sostegno pende sempre sul capo di coloro che sono deputati a funzioni di Governo.

Poiché le persone possono aderire a uscire dai Governi in maniera libera, un meccanismo diffuso di controlli e contrappesi nei confronti dei Governi esiste nella Panarchia, un sistema di gran lunga superiore a quello attuale che è terribilmente deficitario e difettoso.

La Panarchia è il vero sistema politico rivoluzionario americano, nello spirito di Jefferson. È tempo che ci rendiamo conto di ciò e che agiamo di conseguenza. Questo è il solo modo per l'America di riscattarsi. Questo è il solo modo che abbiamo per porre fine all'Impero e ritornare ad essere quello che eravamo davvero una volta. Questo è il solo modo per sollevare di nuovo la testa con orgoglio invece di abbassarla per la vergogna. Questo è il solo modo per diventare nuovamente un faro che illumina un cammino di progresso per il mondo.

 


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