William Gillis

Il mercato liberato

(2007)

 



Nota

Uno scritto breve che presenta una proposta interessante: smettere di utilizzare l'espressione "libero mercato" per qualificare la realtà attuale e parlare di "mercato liberato". Questo contribuirebbe a far capire alle persone che il sistema corporativo-mercantilista nel quale viviamo attualmente è tutto fuorché un libero mercato. Inoltre, l'espressione "mercato liberato" costituirebbe una "implicita chiamata all'azione". E senza azione personale nessun cambiamento verso la libertà è minimamente possibile.

 


 

Una delle tattiche che ho adottato nelle battaglie anarchiche sul tema dell'economia consiste nel fare riferimento al nostro moderno sistema economico, fatto di un orrendo miscuglio di corporativismo/mercantilismo, con il termine “Kapitalismo”. E quando mi riferisco agli anarco-capitalisti faccio una eccezione e scrivo “Anarco”-Capitalista e Anarco-“Capitalista” tra virgolette.

Questi sono risultati due modi convenienti se non addirittura efficaci di introdurre un cuneo nel cervello delle persone, costringendole a introdurre certe sfumature nella loro discussione. Ma queste sono distinzioni indirizzate soprattutto ai Rossi, quelli di sinistra, che, pur essendo grossolanamente ignoranti e rozzi, e per questo certamente fastidiosi, non raggiungono mai il livello di assurdità dei Libertari Volgari totalmente dediti alla causa. Stiamo parlandom qui degli apologeti del sistema corporativo che esprimono addirittura approvazione per quella moderna latrina che i Rossi chiamano “Capitalismo”. Sapete a chi mi riferisco. I mocciosi bastian contrari che considerano la Somalia una utopia. Quelli che rispondono così bene allo stereotipo dei Rossi che ogni barlume di intelligenza è immediatamente succhiato in uno scenario in cui “i poveri meritano davvero di crepare di fame, di essere fottuti” e “ma certo, dopo la Rivoluzione metteremo la tua famiglia in un campo di concentramento, e ti esproprieremo tutto.” 

Allora, a seguito di un errore di battitura ho scoperto qualcosa di veramente efficace per contrastare tutti loro. Invece di fare riferimento al comportamento e alla dinamica del libero mercato, io mi riferisco invece a “un mercato liberato”.

Sarete sorpresi quanta differenza può fare un semplice cambiamento di parole.
“Libero mercato” fa apparire come se la cosa già esistesse e quindi perpetua il mito della gente di sinistra che il Corporativismo e la insensata accumulazione di Kapitale siano le conseguenze naturali della libera associazione e competizione tra individui. (Non è così).

Invece “liberato” ha un elemento di distacco e, cosa ancora più importante, un grado intrinseco di azione. Diventa allora molto più facile affermare che: I mercati liberati non hanno corporazioni. Un mercato liberato contribuisce a livellare la ricchezza. La gerarchia sociale è per definizione inefficiente e ciò è particolarmente evidente nei mercati liberati.

Ciò ci fa passare dal tempo presente al regno teoretico del “dopo la rivoluzione”, quando, come quelli di sinistra, possiamo ancora usare gli esempi correnti per corroborare la teoria, ma non siamo vincolati a difendere implicitamente qualsivoglia orrore prodotto dall'attuale mercato. Così facendo è più facile estrarre meccanismi separati nel mercato e operare distinzioni.
E poi, ho menzionato anche il fatto che ciò produce una implicita chiamata all'azione?

Non so se qualcun altro ha fatto questa scoperta, ma mi è sembrata utile e mi è parso necessario condividerla.

 


[Home] [Top]