Giovanni Tenorio

Incontro (scherzoso) con la “panarchia”

(2017)

 



Nota

Nonostante il tono volutamente scherzoso, questo pezzo centra moltissimi aspetti della panarchia e quindi figura benissimo in queste pagine dedicate principalmente a tale tema. Inoltre, l'avere affrontato l'argomento con brio e leggerezza è un motivo di più per farlo figurare in mezzo a testi più seriosi e per questo di più difficile approccio. Quindi, buona lettura!.

Questo articolo è comparso originariamente sul sito Libertino.

 


 

DG – Caro Leporello, che cosa stai leggendo con tanto interesse?

L – Sto cercando di capire qualcosa in questa antologia “panarchica”, se dico bene. Si dice così?

DG – Certo, si dice così. Immagino si tratti del bel libro da poco uscito, a cura del mio amico Gian Piero de Bellis.

L – Ah, è vostro amico?

DG – Tale io lo considero. Non so se ricambi il mio sentimento. Ne sarei lusingato. In ogni caso, complimenti. Non avrei giammai creduto che uno come te, avvezzo a mischiarsi nelle taverne con la gente plebea, potesse nutrire curiosità intellettuali di tale levatura.

L – Caro padrone, come al solito voi mi sottovalutate. Io cerco sempre di emularvi. Chi va con lo zoppo impara a zoppicare.

DG – E lo zoppo sarei io?

L – Eh, caro signor padrone, ve l’ho già detto altre volte: la vita che menate è da briccone.

DG – Temerario, in tal guisa.

L – Non andate in collera, per carità. Dovreste esser contento che, nonostante qualche scrupolo, io mi compiaccia di imitare la vostra dubbia moralià. Come quando voi, per sedurre Zerlina, le dicevate di essere onorato d’esibirle la vostra protezione; e anch’io esibivo la mia protezione alle altre contadinotte. Carni giovani e appetitose.

DG – Per un momento lasciamo le donne e parliamo di cose serie.

L – Proprio voi! Lasciare le donne, che sono più importanti dell’aria che spirate! C’è qualche cosa di più serio delle donne, per voi?

DG – Dipende. Anche la Boldrina, la Boschi, la Brambilla sono donne. Ma non sono serie. Sono soltanto cose. La Yellen poi è una cosa brutta. Bisogna sempre distinguere.

L – Ma nel vostro catalogo distinguete ben poco.

DG – Quelle signore che ho detto avranno mai l’onore di entrarci. Ma torniamo alla Panarchia. Che ne pensi?

L – Per quel che ho capito sarebbe una gran bella idea. Ognuno si sceglie il governo che vuole, escludendo ogni base territoriale, e si vive tutti d’amore e d’accordo. Uno potrebbe scegliere di rimanere soggetto ala costituzione antifascista più bella del mondo, pagando tasse da capogiro per avere servizi scadenti; un altro potrebbe optare per una restaurata monarchia sabauda sotto lo statuto albertino, onorando gli ultimi zoticoni eredi al trono dei Savoia; un altro ancora, senza muoversi d’un passo, potrebbe scegliere la monarchia di Elisabetta II d’Inghilterra, e via di seguito.

DG – Sì, sono esempi un po’ rozzi, ma vedo che hai capito.

L – Non del tutto. Uno potrebbe anche scegliere un nuovo regime nazista che manda al gas gli ebrei, gli zingari e gli omosessuali?

DG – In teoria,sì. Ma attenzione: la Panarchia consentirebbe a ebrei, zingari e omosessuali di sottrarsi al regime, che non avrebbe base territoriale. Un nuovo Hitler potrebbe anche far costruire forni crematori su terreni di cui è proprietario, ma non avrebbe la facoltà di incenerirvi qualcuno senza il suo consenso.

L – E La Sharia? Uno può scegliere un regime dove vige la Sharia? Dove le donne sono discriminate?

DG – Se le donne sono contente…

L – Potrebbero subire ricatti e minacce.

DG – Se le femministe nostrane fossero meno teste di legno, le aiuterebbero a cambiar governo.

L – Qualcuno dice: è la loro cultura.

DG – Anche gassare gli ebrei era la cultura di Hitler. Corroborata da una lunga e illustre tradizione. Va’ a leggere il “Giudaismo nella musica” di Wagner, che non era l’ultimo mentecatto, ma un razzista coi fiocchi sì. E il suo Parsifal, il Puro Folle, assomiglia un po’ troppo all’Ariano Puro. Come vedi, siamo ai vertici dell’arte. Il che non vuol dire che se ne possa accettare l’ideologia. Ad ogni modo, se hai letto bene, la Panarchia può aver luogo solo se e quando saranno accettati da tutti alcuni principi inderogabili, che ormai dovrebbero far parte del patrimonio dell’umanità. Altrimenti, non se ne può far niente. Principi liberali e “cristiani” (con le virgolette, mi raccomando, come scriveva Benedetto Croce, e i neocon di oggi dimenticano, non so se per ignoranza o malafede).

L – Quindi è accettabile anche un regime islamico?

DG – Purché non pretenda di convertire il resto del mondo con la violenza. Se hai letto bene, l’amico de Bellis riconosce ai regimi islamici del passato di aver concesso ai “dhimmi”, cioè agli infedeli, cristiani o ebrei che fossero, la facoltà di praticare la loro religione e di governarsi secondo i loro principi, a patto di pagare una tassa. Una sorta di rudimentale Panarchia. Nel mondo cristiano (senza virgolette) gli ebrei erano spesso perseguitati e cacciati. Quanto ai musulmani, sappiamo che fine fece Federico II di Svevia per la sua politica di amicizia con al -Malik al-Kamil sultano d’Egitto. Scomunicato. Qualcuno pensa che per sberleffo al papa sia morto musulmano. Se è così, ha fatto benissimo.

L Sapete che bella idea mi è venuta in mente? Pare che gli svizzeri sognino di annettersi prima o poi la Lombardia.

DG – Eh, sì, la sconfitta subita a Marignano nel 1515, che li escluse dal Ducato di Milano, brucia ancora. Forse pensano di rifarsi con un bel referendum con cui il Popolo Sovrano di Lombardia chiede l’annessione alla Confederazione Elvetica.

L – Può darsi. Ma se non tutti i Lombardi vogliono finire sotto il governo dei figli di Guglielmo Tell? Si potrebbe far così: chi vuole va di là, chi vuole resta di qua. Senza muoversi d’un passo. Si può rimanere a Milano obbedendo al governo di Berna o, a scelta, continuando ad accettare la sudditanza a Roma. Panarchia anche questa!

DG – Complimenti, vedo che il tuo cervello lavora bene. Ma a me viene un’idea ancora più pazza. A ben pensarci, con la Panarchia si può risolvere anche il problema del rapporto (mascherato da conflitto) fra lo Stato da un lato, e dall’altro Mafia, Camorra ‘Ndrangheta , Sacra Corona Unita e associazioni del genere. Sono tutte forme di governo, anche se per ora dichiarate illegittime. Basterebbe legittimarle e consentire a chi vuole di associarsi liberamente a una di esse, sottraendosi al potere dello Stato. Invece di pagare le tasse si pagherebbero tangenti, che tutto sommato sono tasse anche quelle, e corrispondono alla fiscalità generale indiretta con cui lo Stato finanza i servizi pubblici in regime di monopolio. Anche la Mafia offre servizi, prima di tutto la sicurezza, con un controllo da far invidia alle sette otto o nove polizie che lo Stato vanta. Non si pagherebbero imposte dirette. Altro che la “Flat Tax” con l’IVA al 25%! Se la cucchino quelli dell’Istituto Bruno Leoni, nel governo che piacerà loro!

L – Sì, ma la Mafia e le altre associazioni consimili accetteranno mai mai la facoltà di dissociarsi? Non vorranno forse continuare a imporre tangenti anche a chi non ne vuol sapere?

DG – D’accordo. E’ un problema. Ma non molto diverso da quello della Sharia e degli altri regimi totalitari. Di nuovo: prima, è necessario che siano accettati senza discussione alcuni principi inderogabili, liberali e “cristiani” (con le virgolette).

L – Ma così la cultura occidentale, liberale e “cristiana”, ridiventa egemone.

DG – Preferiresti che diventasse egemone la cultura di chi sottopone le donne a infibulazione? Io no.

L – Io neppure. Ma le femministe?

DG – Per me, possono andare a farsi friggere!

 


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